Ernesto Nathan nacque a Londra nel 1845 e morì a Roma nel 1921. Fu sindaco di Roma dal 25 novembre 1907 all’8 dicembre 1913. Di origini ebraiche, si distinse per il suo impegno laico, anticlericale e progressista. Primo sindaco romano non appartenente alla classe terriera, Nathan lasciò un’impronta indelebile nella storia della Capitale italiana.
Cresciuto in un ambiente di stampo mazziniano, nonché influenzato dall’impegno della madre per il Risorgimento Italiano. si trasferì in Italia dopo la Morte del padre, avvenuta quando il futuro primo cittadino dell’Urbe era appena adolescente. Nathan arrivò a Roma a 25 anni, nel 1870, l’anno della Breccia di Porta Pia. Entrò nella Massoneria nel 1887, diventando Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia una decina d’anni dopo.
Eletto sindaco di Roma il 25 novembre 1907, guidò un’amministrazione caratterizzata da etica pubblica e riforme strutturali. Alcuni dei provvedimenti adottati sotto durante il suo governo sottolineano l’impronta profondamnente laica della sua visione della cosa pubblica:
- Piano regolatore del 1909 con regolamentazione edilizia e tassazione delle aree fabbricabili.
- Municipalizzazione dei servizi con creazione di aziende comunali per i trasporti e l’energia.
- Apertura di 150 scuole comunali e asili, dotati di mense, biblioteche e laboratori.
- Istituzione di presidi medici e guardie ostetriche.
Le sue politiche riformiste si scontrarono inevitabilmente con il potere ecclesiastico. Nathan morì a Roma nel 1921 e fu sepolto nel Cimitero del Verano. Tra le sue eredità simboliche, il detto romanesco “Nun c’è trippa pe’ gatti”, derivato da una sua decisione di tagliare spese superflue (frattaglie per i gatti randagi capitolini) dal bilancio comunale.
STRADE: Roma gli ha dedicato una via nel quartiere di Magliana Nuova. Decisamente poco, per un sindaco così…